La Biografia Ufficiale

Un pò di me

Lea nasce il 17 aprile, e da buon ariete testardo inizia fin da subito a combattere contro quelli che il 17 è meglio non uscire di casa. E invece proprio il giorno del suo sesto compleanno impone a sua madre quale regalo, di accompagnarla alla scuola di musica che hanno appena aperto vicino casa, per iniziare le lezioni di chitarra classica sotto la guida del Maestro Gian Maria Fontanella, a sua volta allievo di Mario Gangi, figura cruciale nella storia dello studio della chitarra classica in Italia.
Poco più di dieci anni dopo, questo percorso si conclude con il conseguimento del Diploma presso il Conservatorio San Pietro a Majellaâ di Napoli: proprio durante gli anni dell’adolescenza la sua fortissima curiosità la spinge alla ricerca di ascolti eterogenei, e il più delle volte in apparente contrasto con la disciplina del percorso classico che la stava formando. Come quando, appena quattordicenne, di ritorno da scuola, sente dall’autoradio la voce femminile di Patti Smith, bellissima nella sua imperfezione, e fortemente comunicativa, che cantava ‘People have the power’
E’ l’inizio di una ricerca, dapprima a ritroso, che la porta alla scoperta di David Bowie, Janis Joplin, Neil Young, e poi contemporanea, con Alanis Morissette, Jeff Buckley e i Radiohead. Tutto questo le fa sentire il canto come una possibilità concreta per esprimere al meglio i brani che aveva iniziato a comporre già a undici anni, in maniera del tutto intuitiva e naturale, sebbene ancora nell’ambiente protetto della sua cameretta. Nel mentre, inizia le sue prime esperienze dal vivo con un gruppo di amici con la passione per il rock, gli Heavy Rain: sono anni spensierati, tra cover più o meno riuscite, tentativi acerbi di creare qualcosa di inedito
Parallelamente, da sola, intratteneva commensali per qualsiasi tipo di cerimonia, tranne i funerali! Ed è stato in queste ultime occasioni che ha capito quanto avesse avuto ragione l’amatissimo Bukowski nell’asserire che la gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto. Proprio nella letteratura, e nell’arte contemporanea, Lea ha sempre ricercato e trovato gli input necessari per improntare i testi delle sue canzoni, e sperimentare nuove possibilità compositive: come costruire una canzone a partire da una sola parola, o cucire un testo, invertendone il processo, attorno a una melodia.
Ed è così che decide di mettersi in discussione, partecipando ai primi contest e festival in giro per l’Italia, tra i quali hanno avuto un peso enorme per il suo percorso artistico i due premi ottenuti al Premio Bianca d’Aponte: miglior composizione all’edizione del 2010 con ‘Come ruggine’, e miglior interprete nel 2013 con ‘Mi rifaccio il trucco’. Ha avuto, inoltre, il piacere di aprire il concerto dei Musica Nuda, del duo Spinetti- Magoni, e di partecipare al progetto Anatomia Femminile 2.0, a cura di Michele Monina, con il brano ‘Il momento giusto’. Per il suo primo album ha curato, oltre alla scrittura, anche gli arrangiamenti e la produzione, assecondando il suo sentirsi e dichiararsi da sempre un’interprete delle sue canzoni, piuttosto che una cantautrice.